Non c’è una chiave univoca di classificazione scientifica delle rose. Alcune sono spontanee, mentre altre sono il risultato di attività di ibridazione dell’uomo. In generale, si considerano tre grandi gruppi di rose: Rose selvatiche e relativi ibridi, rose antiche e rose moderne.
La specie selvatiche (botaniche), sono presenti nel nostro pianeta da oltre quattro milioni di anni. Hanno forme cespugliose e rampicanti che possono salire ben oltre una decina di metri. In primavera si ricoprono di abbondantissimi fiori piccoli, semplici di solito 5 petali.
Nel nostro paese ci sono una trentina di specie. Vengo spesso utilizzate in medicina. Le più diffuse sono: La Rosa canina, Rosa glauca, Rosa pendulina (o Rosa alpina).
Le rose antiche si differenziano da quelle moderne in quanto già esistenti prima del 1867. Sono sicuramente caratterizzate dai forti profumi che le contraddistinguono rispetto agli ibridi moderni. Hanno generalmente una sola fioritura e questa avviene anticipatamente rispetto alle rose moderne (periodo marzo-luglio). In autunno, le rose antiche assumono colori variegati sia nel fogliame, che nelle bacche. Sono generalmente piante resistenti e di dimensioni piuttosto grandi.
Le rose moderne sono le più numerose, quelle che si regalano in mazzi dai lunghi steli, riconoscibili per il classico bocciolo conico e turbinato, e per la loro rifiorenza. Ne esistono varietà a grande fiore, che portano singoli fiori vistosi, o varietà floribunde, ricche cioè di grandi mazzi di fiori più piccoli ed aperti, generose di colore per le aiuole.
Le rose, per il loro profumo, fin dall’antichità, si sono guadagnate l’affetto dell’uomo, come dimostrano, ad esempio, gli affreschi nelle domus dell’antica Pompei.
Già nel XIV secolo i frati Domenicani di Santa Maria Novella coltivavano piante officinali, tra cui le rose, allo scopo di preparare e vendere rimedi medicamentosi come l’acqua di rose.
Le stanze del B&B prendono il nome da quattro bellissime rose antiche.